Pane, nobiltà e lievitazioni

Non vi può essere saggezza senza cultura e non vi può essere cultura senza saggezza!

Da sempre, veniamo indotti a confrontarci con le informazioni che riceviamo. Input esterni che ci arrivano fin da quando nasciamo, che ci formano e ci distinguono. E’ risaputo che il nostro cervello immagazzina informazioni e concetti che FORMANO la nostra persona che nel tempo diviene, o dovrebbe divenire, personalità, espressione di cultura e saggezza.

L’arte di saper fare, l’arte di saper ascoltare, l’arte di saper pensare, parlare o capire, sono riassumibili con: le attività NOBILI dell’uomo.

Il mio concetto di arti verte sul COME.

In che modo l’uomo esprime la propria arte, o meglio, COME l’arte, qualsiasi essa sia, viene recepita e tramandata? Si può tramandare un’arte oppure si può acquisire un concetto di arte, lontano dalla vera essenza dell’arte in se, denominata anche arte nobile? Cosa significa dunque ARTE NOBILE?

Nobile, dal latino nobìlis, significa esser noto; per aver svolto, per aver detto, per la sua innata essenza e così via. Una nobile “fermentazione” dell’essenza, che non si discosta poi tanto dalla fermentazione generata dal lievito e dalla sua resa finale, comporta una reazione definita lievitazione (elevatura de se).

Questo è ciò che poi renderà, forse, nobile un prodotto?

Nobile dunque, per me, è l’essenza e l’arte in se, è la pura espressione di questa nobiltà.

L’arte bianca è solo una delle tante arti che ruotano attorno al concetto di nobiltà e “attività nobili” appena espresso.

La nobiltà d’animo è invece il prodotto di una espressione “artistica” di “concetti”, indotti o acquisiti, che hanno radici lontane. Acquisire concetti però, non vuol dire sempre mettere in pratica un determinato “concetto” innato o nobile (noto) che sia. Spesso accade infatti, che un concetto acquisito si discosta dalla reale azione umana, civilizzata di praticare un’arte che può essere definita nobile.

L’azione di interrompere qualcuno quando sta parlando, è lontana dall’acquisito concetto generale che l’azione di interrompere sia educata, infatti si discosta pesantemente dal concetto artistico-espressivo di “arte di saper ascoltare”.

Molte nostre azioni sono frutto di reazioni.

Esse sono lontane dai concetti acquisiti e radicati e NON sono affatto sempre puramente nobili. Questo fattore di autocontrollo delle azioni che svolgiamo non troppo controllate in modo conscio, esula quindi dal significato di “arte di controllarsi”.

Un individuo poi IMPARA quando qualcuno INSEGNA e a sua volta, se qualcuno INSEGNA è perché ha IMPARATO qualcosa da qualcuno oppure dalla propria esperienza. Egli ha acquisito un “concetto” che all’origine risponde al significato di NOBILE (noto). Nulla può esistere se qualcuno non lo dirama e diffondere qualcosa significa essere nobili (di animo e di spirito). Un genitore insegna l’educazione a sua volta acquisita (imparata) da un genitore.

Imparare un’arte però, non significa solo applicarsi nell’apprenderla da qualcun altro. Imparare un’arte significa completare una propria predisposizione anche contando su se stessi e le proprie azioni o intuizioni spesso, causa o messe in atto per il proprio apprendimento.

Chi impara da qualcun altro si trova davanti ad un concetto (concettualità acquisita o indotta): ammette e riconosce la propria non conoscenza/ignoranza rispetto a…(chi,/qualcuno). La NON conoscenza di “qualcosa” che può essere acquisito o appreso, a differenza di un comportamento o un’azione involontaria o premeditata che sia, ha radici lontane e appartiene all’uomo. L’ignoranza, intesa appunto come inconsapevolezza, NON deve e non può spaventare se alla base c’è il concetto di voler imparare e non quello di insegnare nonostante tutto.

L’uomo in fondo è  assimilabile a un seme che, se costantemente innaffiato e curato nel tempo, può divenire (non necessariamente diviene) una bella pianta. Una “radice”smetterà di respirare solo quando, sradicata dalla sua terra, sarà abbandonata a se stessa. Gli input esterni tuttavia, sono come il freddo, l’acqua e il vento per le piante. Indeboliscono, rafforzano e talvolta, uccidono. L’autodifesa diviene l’unica arma di contrasto agli attacchi esterni e induce e conduce l’uomo a resistere per “sopravvivere”. In questo caso, l’autodifesa contro l’ignoranza è la cultura. Essa viene acquisita e tramandata.

COME difendersi dunque (ed ecco che si torna al concetto del COME) da qualcuno che elargisce e tramanda un’arte (di saper fare o comprendere) non radicata dentro di noi ma acquisita?

In arte bianca ma non solo, molto si traduce in quella che io definisco ESSENZA e molto invece è un concetto acquisito e divulgato, spesso in malo modo con azioni poco “nobili” e altruiste.

Sempre più spesso assisto o leggo di espressioni, posizioni/reazioni che esulano dal concetto di arte tramandata con nobiltà d’animo. Le informazioni, gli input esterni che riceviamo e forniamo sono spesso l’espressione della divulgazione/acquisizione umana (non certo animale o vegetale) attraverso la dialettica. La loro diffusione abbraccia l’ESSENZA della NOBILE arte spesso confusa, plagiata, mal interpretata  e imposta.

In tutto questo si evince anche che quella che è la reale e costante essenza umana di sovrastare un suo simile è all’ordine del giorno e poco ha a che fare con il concetto di nobiltà d’animo o di arte di tramandare o anche di saper ascoltare e riflettere.

Queste premesse, per arrivare a dire che le persone non si rendono conto del grave errore che commettono nel disinformare.

Quando qualcuno scrive un testo come quello che segue io resto allibita e sconcertata perché questa, a mio parere, NON è l’essenza dell’arte bianca o di un animo “nobile” ma è una spasmodica ricerca di notorietà che non fa parte dell’essenza di cui sopra o meglio del concetto della VERA ESSENZA dell’essere che, a mio parere, dal concetto di arte bianca o di arte in generale si discosta!

Lezione in pillole…ogni giorno parliamo di proteine e di forza delle farine. Desidero chiarirvi una cosa fondamentale. Le proteine nella farina sono principalmente di 4 gruppi, ma solo 2 sono quelle che formano il glutine, le gliadine e le glutenine, dato che sono insolubili, a contatto dell’acqua esse formano una specie di colla, più sono presenti e più la colla agirà da rete fitta per trattenere i gas di lievitazione. Se la rete è debole si romperà prima, facendo fuoriuscire i gas di lievitazione, più è fitta e più terrà nel tempo. Ecco perché più si allungano i tempi e più si aumenta la forza della farina. Negli altri cereali o nelle integrali, pur essendoci molte proteine, quelle due che formano il glutine sono in quantità minori, non potremo quindi fare quei lunghi passaggi di maturazione a cui sottoponiamo il grano tenero, poichè esso è quello che ne contiene il maggior numero in termini percentuali…”

Queste “essenze” umane oltretutto, si fanno anche pagare per esprimere concetti mal definiti di arte bianca e a mio parere sarebbero da tener lontane perché non ci elevano.

Se è vero che questo mio è uno dei tanti “concetti” acquisiti (o voluti?) che abbracciano l’arte di fare un pane, mi chiedo dove sia invece il concetto più onesto e corretto di tramandare quest’arte con la “nobiltà d’animo” e che per praticità e semplificazione, io definisco correttezza di insegnamento umano, oltre che della materia.

Con queste modalità, secondo me, si sta operando per diffondere dei s-concetti ovvero, concetti radicati in modo POPOLANO, poco colto e totalmente distanti dal concetto di reale NOBILE.

La “popolanità” (non popolarità) acquisita da questi “divulgatori” di arte bianca è inversamente proporzionale al significato di NOBILE e quando queste informazioni si radicano ma soprattutto, vengono diffuse in questi termini, rappresentano solo, per similitudine, una “lievitazione” umana di un’essenza andata oltre!

One Reply to “Pane, nobiltà e lievitazioni”

  1. Lina

    Pienamente d’accordo che l’arte panificatrice fa parte delle arti nobili così come la tua nobiltà d’animo che con tanta passione studi e divulghi il tuo
    Sapere . Bellissimo scritto .

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