Mollica di Pane 03 – La chiave dei nostri impasti

La chiave dei nostri impasti è custodita gelosamente nella storia della Terra; un meraviglioso globo variegato, rivestito per la maggior parte di acqua, roccia e vegetazione”.

Righe di storia secolare di cui siamo eredi per poterle diffondere con meritato rispetto.

L’aggregazione di detriti originati dall’onda d’urto del Big Bang (vedi articolo precedente), diede origine all’universo, alle stelle, ai pianeti, al sole e infine, alla Terra.

La temperatura del sole era elevatissima, si parla di oltre 6.000°C e l’atmosfera circostante, si componeva di una miscela di sostanze gassose e altamente radioattive. Secondo la teoria newtoniana, le reazioni chimiche, prodotte dall’aggregazione gravitazionale dei gas allo stato fuso, incisero notevolmente sulla pressione atmosferica dando luogo a continue e ripetute piogge di meteoriti che sotto la spinta della forza di gravità, generarono in qualche modo il pianeta Terra.

Essa si compone principalmente di idrogeno, azoto, ossigeno e sostanze minerali (The Annus Mirabilis – Isaac Newton, 1666). La scienza ha più volte tentato di indagare su quanto accaduto dopo il Big Bang ma purtroppo, qualcosa ancora non ci appare chiaro. Per miliardi di anni, a causa dei frequenti sbalzi termici che provocavano fenomeni atmosferici di rilevanti entità, la Terra fu circondata solo da un’enorme massa oceanica denominata Panthalassa. In paleogeografia, ci si riferisce ad un’unica massa d’acqua che, all’epoca, ricopriva un unico continente: la  Pangaea. I due termini derivano dal greco arcaico “Pan/thàlassa (tutto mare) e Pan/gaea (tutto Terra).

La distesa di rocce sedimentarie, distribuite lungo tutta la crosta terrestre, erano intrise di atomi di carbonio e assieme alla presenza di idrogeno e ossigeno, furono artefici della primordiale forma di vita sulla Terra. I nostri impasti sono vivi e contengono forme di vita le cui origini risalgono proprio a questa serie di eventi.

I continui fenomeni ambientali provocati dall’enorme calore presente nel nucleo centrale del globo terrestre, rendevano il pianeta assai mutevole e irrequieto, tanto, che il suo “comportamento” variava costantemente, nonché ciclicamente, alternando periodi di intenso caldo a pesanti glaciazioni (caldo/freddo).

Il meteorologo e geofisico tedesco Alfred Wegener, fu uno dei primi studiosi ad osservare che la natura dei fenomeni ambientali terrestri, oltre che a spostamenti orizzontali, era suscettibile a importanti deformazioni provocate dalla trainante forza motrice del sole. Il calore, provocando importanti formazioni di vapore acqueo e gas, rendeva il terreno particolarmente viscoso cosicché, ad ogni fenomeno di irrequietezza ambientale, il pianeta assumeva un aspetto e delle conformazioni differenti. Questo ci porta a ragionare sul perché della variabilità dei nostri impasti. Ogni variazione determina un risultato completamente diverso, per quanto una dispensa sia uguale per tutti.

Il suolo e gran parte delle distese rocciose che rivestivano il pianeta, constavano di elevate quantità di carbonio, elemento fondamentale di scambio tra le forme organiche e inorganiche. Esso riveste un ruolo determinante anche fini della ricerca poiché la sua emivita, all’interno di un fossile, consente di risalire all’età di un reperto. “E’ provato che una frazione di organismi viventi è conservata in uno stato fossile…”(A. Wegener, 1929).

Che la Terra fosse un luogo “vitale” lo si era compreso da tempo, attraverso l’abiogenesi, teoria darwiniana riproposta in seguito da A. I. Oparin  nell’Origine della vita sulla Terra, 1924) tuttavia, nel 1953, un giovane chimico statunitense di nome Stanley Miller, affiancato dal suo professore Harold C. Urey, apportò un notevole contributo alla nostra conoscenza. Mediante un apparato strumentale in grado di riprodurre il fenomeno di aggregazione di elementi organici egli fu in grado di simulare la risposta dell’atmosfera primordiale sulla  base di pregresse e contrapposte teorie osservate da Francesco Redi e Louis Pasteur (entrambi convinti che la vita traeva origine da altra vita).

Gli studi di Miller confermarono la sua ipotesi: dopo una settimana dall’aggregazione di composti inorganici e un’elevata presenza di sostanze organiche confermarfono le sue teorie. Il suo successo fu reso pubblico il 15 maggio del 1953 sul quotidiano Science Mag (The 1953 Stanley L. Miller Experiment: Fifty Years of Prebiotic Organic Chemistry, 2003).

Nel 2012, un altro gruppo di ricercatori, presso la zona di Isua (Groenlandia), la più antica porzione di crosta terrestre del pianeta, rinvenne un reperto di straordinaria importanza: una formazione rocciosa denominata stromatolite, originata da organismi unicellulari fotosintetici sedimentati, risalente al periodo archeozoico (precambriano) ovvero, a più 3.7 miliardi di anni fa. A guidare la spedizione fu il Prof. Allen Nutman, docente della University of Wollongong.

“Gli stromatoliti – spiega il professore – sono la testimonianza fossile di ecosistemi complessi. Il report dimostra che 3.7 miliardi di anni fa, i microrganismi si erano già diversificati”. Era dopo era, nel lento progredire della Terra la “vita” evolse.

Dall’era precambriana a quella triassica trascorsero comunque milioni di anni. Le creature viventi nel frattempo assunsero varietà e aspetti dimensionali sempre più elevati e questo, a dispetto di qualunque fenomeno terreno. Gradualmente e progressivamente, la biosfera raggiunse un “accordo” con il cosmo che divenne così il  colorato e coloniato pianeta che è oggi.

Bibliografia e media
Rapid emergence of life shown by discovery of 3700-million … – Nature.” 31 ago. 2016.
Alfred Wegener: Die Entstehung der Kontinente und Ozeane (1929).”Ultimo accesso: 2 ago. 2018.
L’esperimento di Miller e la nascita della vita sulla Terra.” 20 marzo 2015. Ultimo accesso: 31 lug. 2018.
1953 – Science” Ultimo accesso: 7 ago. 2018.

La scoperta del DNA, attribuibile al biochimico svizzero Frederich Miescher (1800) fu un altro grande passo verso la consapevolezza. Nel 1953, si scoprì che esso contiene il patrimonio genetico, ovvero tutte le istruzioni necessarie affinché un organismo si sviluppi, sopravviva e si riproduca.

James Watson, Francis Crick, Maurice Wilkins e Rosalind Franklin, compresero che la struttura a doppia elica, presente nel nucleo centrale della cellula, consente il trasporto delle informazioni biologiche da una generazione ad un’altra. La vita è classificata dunque, secondo un ordine distinto, in differenti gruppi, relativamente a diversi fattori dominanti (Evolution and measurement of species diversity R. H. Whittaker) e può nascere anche da organismi asessuati o sopravvivere in situazioni di temperature estreme.

Questo ci fa comprendere molte cose. La possibilità, da parte dei microrganismi, di sopravvivere a temperature estreme è un problema tanto antico quanto attuale ed è necessaria una piccola riflessione riguardo alle temperature dei nostri impasti e a tutto quanto è legato alla “sicurezza alimentare”. La nostra salute dipende dalla salute dei prodotti che ingeriamo e quanto ha suscitato interesse mondiale, non solo europeo, deriva proprio da antiche scoperte che vengono, negli anni, riprese, nuovamente ipotizzate, dimostrate o corrette. Ogni studio, ogni ricerca, ogni affermazione e ogni scritto è sempre, comunque la fotografia di un momento, variabile e mai assoluto fintanto che non vi siano fiumi di documenti che hanno in comune lo stesso/identico risultato.

La nostra quotidianità è dominata da innumerevoli forme di vita invisibile e poiché la vita risponde a leggi della natura molto potenti, si può affermare che l’uomo moderno appartiene all’ordine dei MACRO organismi e rappresenta il “macchinario perfetto” per il trasporto evolutivo della specie sul pianeta Terra da cui egli deriva: un organismo animale evoluto e civilizzato, dotato di capacità cognitive e di intelletto.

Rispetto a questa breve sintesi, la documentazione scientifica in merito alle origini della vita, è molto ampia. Tuttavia, come anticipato, il mio intento si propone l’obiettivo di trasferire delle personali considerazioni e il mio percorso di approfondimento storico-teorico sul Pane e quanto lo circonda e/o lo ha circondato dagli albori sino ad oggi. Spero di contribuire nell’accendere una fiammella per un maggiore interesse laddove, ovviamente, il panificatore non conosca già gli argomenti qui trattati. Chi possiede un minimo di dimestichezza con gli impasti potrà senz’altro associare e condividere il mio parallelismo con questi eventi. Secondo me, ogni pane che realizziamo, in qualche modo ci “connette” con un infinitesimale frammento della meravigliosa successione di eventi di cui il mondo è stato protagonista. Inoltre, desidero sottolineare che prima di noi, molto, molto tempo fa, tutto ciò che oggi si “scopre” riguardo alle tecniche e modalità operative è già scritto in secoli di storia ed è stato sviscerato da successori.Dobbiamo tenere a mente che non potremmo esserne venuti a conoscenza senza i nostri antenati ed avi.

Il gigantesco “impasto” di massa cosmica che fu la Terra, messo in opera da una “forza superiore” ancora non ben identificata, contiene dunque tutti gli ingredienti per una ricetta perfetta: polveri, acqua, microrganismi viv, gas, freddo e calore.

Non vi torna come un enorme “pane” meraviglioso, fermentato spontaneamente e di cui siamo parte integrante noi individui che, proporzionalmente, siamo dei microrganismi rispetto alla grandezza del cosmo? Io posso essere un macrorganismo o un microrganismo, rispetto a qualcosa con cui mi devo confrontare. Questo concetto rientra nella teoria della relatività di Newton che “scarta tutto ciò che dipende dal punto di vista, e conserva ciò che resta costante, in qualunque condizione”.

IL TEMPO RALLENTA, LA MASSA CRESCE, GLI OGGETTI SI ACCORCIANO

La velocità dell’osservatore influenza anche la percezione del prima e del dopo, e dunque, lo scorrere del tempo, non è universale. L’energia fornita, non incrementa la velocità del corpo ma la sua massa dove il corpo, diventa sempre più “pesante”. In questo senso, la massa non è che una forma di energia e noi, per quanto riguarda il Pane, di masse parleremo e approfondiremo.

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